venerdì 29 marzo 2013

0827 Il problema di Cipro

Olivier Berruyer

les-crises.fr



Per la serie «maledetta primavera», ecco una analisi lucida (quanto spero) sulla situazione a Cipro

La situazione è molto semplice, ma molto complessa da risolvere. Dunque, non aspettatevi quelle posizioni nette che si sentono da una settimana, del tipo «è un colpo di Stato, una sporca manovra, un attentato alla democrazia», né all’opposto «l’Europa avanza, la cosa è positiva».

I. Cipro 

Piccolo riassunto storico: Cipro è un’isola del Mediterraneo orientale, composta a livello etnico da Greci e Turchi. Sofferente di problemi inter-comunitari fin dagli anni ’50, Cipro va in crisi nel 1974 quando il regime dei Colonnelli – un regime d’estrema destra ultra-nazionalista – fomenta un colpo di Stato finalizzato alla realizzazione della Enosis, l’annessione pura e semplice dell’isola alla Grecia. Le popolazioni turche sono minacciate e l’esercito di Ankara coglie l’occasione ed invade la parte nord dell’isola che viene a sua volta isolata – tanto che fra le due parti viene tracciata una linea verde – con quella che tutt’ora viene considerata in Turchia come un’operazione di pace. La linea verde taglia Nicosia – la capitale – in due, con una zona tampone che dal 1975 è controllata dai Caschi Blu dell’ONU.

Cipro Nord, occupata dalla Turchia, che vi tiene 35.000 militari, è diventata di fatto un territorio autonomo. La comunità internazionale non riconosce tale suddivisione e quindi il Nord è un territorio occupato. La terminologia di matrice turca fornisce un chiarimento in quanto fa riferimento essa stessa a colonie: 100.000 coloni Turchi provenienti dall’Anatolia hanno infatti popolato le terre del Nord, e le coltivano. Oggigiorno, la Turchia rifiuta di riconoscere Cipro, che è uno dei 25 membri di quella Unione Europea alla quale sogna di aderire. In vista di una soluzione del conflitto, Cipro rifiuta qualsiasi compromesso. Nicosia può permettersi una tale intransigenza grazie alla sua integrazione europea che data dal 1° gennaio 2004. Fra i nuovi membri – quelli entrati nel 2004 – Cipro è il più ricco.

Koffi Annan ha proposto un piano per Cipro, approvato dal governo turco contro il parere della propria opinione pubblica e rifiutato dal 75% dei Greci. (Si dovrebbe lodare questa strategia eccelsa che ha fatto entrare nell’Unione Europea un Paese che al 40% è in stato di occupazione... ).

Il 1° gennaio 2008, 5 anni fa, Cipro ha adottato l’euro. L’isola conta 1,1 milione di abitanti (880.000 circa nella zona indipendente); il che è come dire che ha 1/75° degli abitanti della Francia.

II. Il contesto

Cipro ha sviluppato enormemente il proprio settore finanziario basandosi sulla non-trasparenza e sulla tassazione ridotta. Sono quindi molte le imprese straniere che hanno scelto di costituirsi sull’isola approfittando di considerevoli vantaggi fiscali (bassissima imposizione sulle imprese, con un’imposta unica sulle società del 10%, che sarà alzata al...12,5% !). È forte di un rigido segreto bancario, d’un territorio ben attrezzato e di leggi permissive.

Ad esempio, molte società di intermediazione online si sono domiciliate a Cipro fin dagli anni 2000. Alcune imprese ne hanno approfittato per ripulire il loro denaro sporco. Cipro si è così ritrovata nella lista nera ONU ed OCDE dei paradisi fiscali. Anche molti oligarchi e/o mafiosi russi, utilizzano l’isola per ripulire parte dei propri guadagni illegali. Da tutto ciò è derivato che il settore bancario cipriota ha raggiunto dimensioni, in proporzione allo Stato che le ospita, gigantesche: oltre 7 volte il PIL nazionale:
 

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Improvvisamente, le banche hanno cominciato a prestare a piene mani, con operazioni non sempre ortodosse... Come vediamo, il debito privato a Cipro è il più importante d’Europa:Chypre crise dette
[Debito privato verso le banche nella zona euro al gennaio 2013, espresso in % del PIL]

Il paragone con la Francia è impressionante:
Chypre crise dette

[Indicatori bancari a Cipro ed in Francia al gennaio 2013] 

III. Le difficoltà
La crisi, spaventando gli investitori, ha dato un grosso colpo a questomodello
Chypre crise dette

[Dimensione del settore bancario a Cipro, 2006 – 2012]

I depositi – in euro – del settore non-finanziario, sono aumentati in forte misura:

 Chypre crise dette
[I depositi del settore non-finanziario nelle banche di Cipro, 2006-2012]

L’evoluzione di alcune componenti di tale assetto è piuttosto interessante:
Chypre crise dette

Chypre crise dette
[Grafico 1 e 2 – Origine dei depositi del settore non-finanziario nelle banche di Cipro, 2006-2012]

Se ne osserva una crescita importanti nei depositi:

  •  dei Ciprioti,
  •  e degli investitori extra-UE (i Russi), con circa 20 miliardi di euro

A livello di depositi bancari la situazione è identica, con un picco enorme verso il 2010 delle banche dell’eurozona:
Chypre crise dette

Chypre crise dette
[Grafico 1 e 2 – Origine dei depositi del settore finanziario nelle banche di Cipro, 2006-2012]

IV. La crisi

Il settore bancario di Cipro ha conosciuto gravi difficoltà a causa delle proprie implicazioni con la Grecia ed ha subito, come gli altri, la perdita di valore del 2012; ma in questo Paese la cosa ha avuto un impatto enorme, più che in altri Paesi dell’eurozona. Attualmente necessita di 10 miliardi di euro su di un PIL di 18

Anche l’apparato statale ha le medesime difficoltà: si stima che necessiti di 7 miliardi di euro per i prossimi 3 anni (a fronte di entrate annue di circa 6 miliardi di euro).

Davanti ad una simile situazione di pre-fallimento, l’Eurozona – che, diciamolo subito, ha incoraggiato la frode nei suoi stessi Paesi «ed è risultata essere assolutamente impreparata quando la crisi ha colpito», ed in particolare i Tedeschi che recalcitrano da vari mesi sul venire in aiuto a quest’isola microscopica – recita la parte della formica che non fa prestiti: ed ecco il default ridotto... Stando così le cose, un mese fa, Jeroen Disselbloem – presidente dell’Eurogruppo – sosteneva che la chiave del blocco cipriota era da ricercarsi nel rifiuto del vecchio presidente comunista di privatizzare i beni dello Stato cipriota….

Ma finalmente, è stato da poco trovato un accordo, con la Troika (Commissione europea, BCE e FMI), per finanziare i 17 miliardi di dollari del buco. (Troika, quanto adoro questa parola che nasce come termine generico russo per indicare un qualsiasi insieme di 3 cose, come è un triumvirato; lo adoro perché essi stessi si sono scelto un termine che indica quei tribunali itineranti sovietici che, fra le due guerre mondiali, condannarono a morte senza processo il 99,9% dei malcapitati accusati finiti nelle loro grinfie).

Dunque, laccordo con la Troika:

• 10 miliardi di euro prestati (9 dall’UE ed 1 dal FMI);
• 7 miliardi di euro finanziati da Cipro, 5,8 dei quali tramite unatassa su tutti i depositi bancari del Paese.

Chypre crise dette
Quello di cui si è parlato diffusamente è, ovviamente, quest’ultimo punto. Sembra che siano stati i Tedeschi ad insistere per questa tassazione; ma sembra anche che volessero esentare i conti sotto i 100.000 euro ma che siano stati i Ciprioti ad insistere affinché la tassa riguardasse tutti, con differenti aliquote: (nella versione finale) l’aliquota doveva essere 0% sotto i 20,.000 euro, 6,75% fra i 20.000 ed i 100.000 ed il 9,9% sopra.Chypre crise dette
[Prospetto della tassazione sui depositi di Cipro]

Questo piano è stato rifiutato dal parlamento e i Russi hanno reagito in maniera decisa:

Dmitri Medvedev, come citato dall’agenzia Interfax, ha dichiarato: «Mi sembra che in questa situazione siano già stati commessi tutti gli errori che era possibile commettere», aggiungendo poi di sperare che la soluzione adottata permettesse «che le nostre relazioni con l’UE non si deteriorino».

Recentemente la BCE ha annunciato di voler tagliare la fornitura europea alle banche finché non sarà votato ed approvato un piano per garantirne la solvibilità.

V. Discussione

In questo dossier abbondano gli elementi positivi e quelli negativi. Vorrei condividere con voi il quadro complessivo: di fronte al passivo di Cipro, è più che normale che i Ciprioti partecipino al piano, se vogliono i soldi europei. A quelli che urlano contro il piano, vorrei far notare che noi prestiamo all’isola 10 miliardi di euro – probabilmente persi – che equivalgono alla pinzillacchera di 25.000 euro a famiglia cipriota. Il volume del quale necessitano le banche.

Come può Cipro recuperare 7 miliardi di euro? Alzando le tasse, è evidente. (ammettendo, certo, che la soluzione «austerità per una generazione» non sembra procedere in modo entusiasmante, in Grecia…).

Siccome c’è urgenza – ed un malloppo di denari sporchi – sembra perlomeno evidente che la tassa sui depositi sia una gran bell’idea. La tassazione dei patrimoni ha infatti di gran lunga la mia preferenza rispetto alla tassazione dei redditi, per una questione di giustizia fiscale... D’altra parte, in questo momento, è anche un trucco al quale è meglio non ricorrere perché mette in allarme i risparmiatori di tutte le nazioni del Sud Europa, in un regime di libera circolazione dei capitali e transazioni, anche su internet. Però, bisogna comunque tagliare... ciò detto, tassare tutti è palesemente stupido: primo, non rende niente; secondo, crea dei problemi tanto seri da mettere in pericolo l’intero edificio bancario, tanto è vero, che il governo Cipriota ha preferito tassare la propria popolazione piuttosto che tassare un po’ di più gli stranieri – maledetta decisione, contro ogni logica e contro gli insegnamenti di secoli di Storia, e – come vedremo fra poco – totalmente inefficace.

Tutto quello che i creditori chiedono è tassare i depositi per ricavarne 5,8 miliardi di euro. A riguardo il governo ha queste scelte:

• tassare tutti dell’8,3 %;
• tassare fra il 6,75 / 9 % fino al limite dei 100.000 €, esonerando sotto i 20.000 € (almeno il 60 % dei ciprioti hanno il conto sotto i 20.000 euro, quindi è un volume enorme);
• tassare del 30 % i soli depositi di extra-UE.

Dopotutto, è lo stesso dilemma che si avrebbe davanti al fallimento: come ripartire le perdite.

Ed infatti è esattamente questo il punto che ci aspetta, dato che abbiamo preso a prestito più denaro di quello che potremo rimborsare. Io calcolo che l’aumento del rischio richiederà una compensazione [haircut, ndt] fra i 1.200 ed i 1.500 miliardi di euro (valore in linea con Cipro : 17 x 75 = 1.275).

In questo caso, lo Stato avrà diverse possibilità:

1. prelevare questa somma tramite imposte 
2. fare default 
3. creare una fortissima inflazione.

In ogni caso si tratterà di 1.200 miliardi di euro di risparmi reali in meno, e se ognuno dei tre interventi equivale all’altro a livello macro, non è così a livello micro, perché quelli che perdono non sono gli stessi...

Da ultimo, mi diverte il sentir gridare al crimine contro la libertà o la democrazia. Per prima cosa, il presidente cipriota eletto ha accettato il piano. Ed il parlamento lo ha votato ed era talmente «non democratico» che lo ha rifiutato...

Vorrei poi ricordare che, per definizione, l’imposta è un attentato al diritto di proprietà, e che non c’è una grande differenza fra il mettere delle tasse (che vengono pagate coi soldi presi dai risparmi) ed il prenderli direttamente dai conti in banca. Nello specifico, la differenza principale è che quest’ultimo modo permette di tassare i mafiosi Russi, cosa che non sarebbe possibile con una tassa la cui discussione potrebbe durare dei mesi...

Ricordiamo anche che i depositi incassano gli interessi a Cipro, spesso con un rendimento fra il 3 ed il 9%; quindi questa tassa volta a salvare il sistema bancario implica, in ultima istanza, di rinunciare semplicemente a 2 o 3 anni di interessi, ma questo sarebbe un crimine atroce.

Va bene, allora sia chiaro che i debiti non saranno mai rimborsati; personalmente non saprei come fare senza mettere una tassa.

C’è poi la favoletta della garanzia sui depositi fino a 100.000 euro: una favoletta se sai che i fondi disponibili sono ridicoli. Per cui, per pagare i depositi garantiti, servirà una tassa, che farà calare i depositi, e così non si ottiene nulla...

Ci sono poi le pressioni della BCE, coinvolta per miliardi; ed io sono contento che Mario Draghi in questo caso difenda i miei interessi piuttosto che quelli dei mafiosi Russi...

Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, ha dichiarato che «Chiunque investa il proprio denaro in un Paese dove si paghino meno tasse, o dove forse si è meno controllati, si assume il rischio quando le banche di quel Paese non sono più solvibili. È una cosa evidente».

Dopo di che, se la cosa non piace ai Ciprioti, basta che abbandonino l’euro (cosa che raccomando loro, ma che non si verificherà senza delle perdite a carico dei loro patrimoni)…

Ben inteso, la reazione dei Russi mostra la follia furiosa di questo valzer finanziario internazionale quando le cose vanno a finire male (come sempre): grossi problemi diplomatici all’orizzonte. Per esempio, se cede per prima l’Europa, ci vorrà del coraggio per spiegare ai pensionati americani che hanno perduto la propria pensione perché la capitalizzazione è andata distrutta. Stando così le cose, è comico che siano i Russi a strepitare per un piccolo default, loro che nel XX° secolo hanno fatto bancarotta 2 volte, e non del 10% ma del 75 e del 100%...

Da ultimo, è scandaloso che non siano stati licenziati i dirigenti delle banche: le banche cipriote hanno 15 miliardi di capitali propri che devono essere ricostituiti: Dunque, cominciamo col ripulire le dirigenze.

VI. Riassumiamo

Gli aspetti positivi: 

 la tassa sui depositi 
• far pagare i grossi depositi, compresi quelli degli stranieri 
• ritorno alla realtà: quando ci si indebita, bisogna rimborsare
• il richiamo al fatto che quando si mette del denaro all’estero, non si ha più voce in capitolo 
• la fermezza della BCE

e quelli negativi:

• la tassa sui depositi 
• far pagare i piccoli depositi 
• i problemi con la Russia
• non aver licenziato le dirigenze delle banche 
• prestare 10 miliardi di euro a Cipro! 
• Ma chi ha fatto entrare nella zona euro un paradiso fiscale? (e cosa ha fatto il vecchio presidente comunista contro questo modello?)

Morale: la cosa non è semplice, e – ne sono desolato – ma non ho una soluzione valida per rimediare a 30 anni di una finanza fuori controllo...

In chiusura, si dirà che il cittadino comune di Cipro non è coinvolto in questa situazione finanziaria e che abbia beneficiato ben poco della scelta di un paradiso fiscale. C’è da rifletterci. Naturale che la democrazia sia imperfetta, ma non per questo si può andare avanti a giustificare tutto, non più; né a dire che il popolo non sia responsabile di nulla: vota, può manifestare, può impegnarsi. Altro esempio: la legge bancaria in Francia. Il popolo non ne è forse responsabile? L’ha votata, ma non conta nulla davanti a questo scandalo e tutti noi, io per primo, ce ne stiamo tranquillamente a casa invece di andare ad urlare davanti al Senato. Siamo quindi assolutamente responsabili della nostra pusillanimità e quindi saremo responsabili delle conseguenze che ciò avrà sui nostri risparmi.

Per finire, vorrei ricordare questa bella frase:

«Non si è solo responsabili di quello che si fa, si è anche responsabili di quello che si lascia fare». (Jacques Semelin)