lunedì 22 dicembre 2008

Sul sogno lucido II

In anni recenti, Frederik van Eeden lasciò dettagliate descrizioni dei suoi sogni lucidi.2
Nel Buddhismo tibetano c'è un tipo di letteratura chiamata milamgyi terdzod, letteralmente "tesori dei sogni". Secondo la tradizione tibetana dello Dzogchen, la chiave del lavoro sul sogno è lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nello stato onirico. In questa cultura, il sogno lucido non è come per i Senoi3 lo strumento diretto per la trasformazione, ma è un epifenomeno dello sviluppo della consapevolezza. Questi versi buddhisti danno una idea di ciò:

Quando albeggia lo stato del sogno,
Non giacere nell'ignoranza come un cadavere.
Entra nella sfera naturale della stabile presenza.
Riconosci i sogni e trasforma l'illusione in luminosità.
Non dormire come un animale.
Pratica in modo da unificare il sonno e la realtà

Lo yoga tibetano del sogno persegue la chiarezza mentale e non l'esperienza in se stessa. Grandi maestri hanno affermato che nel momento in cui la consapevolezza diviene assoluta i sogni cessano del tutto, e che al loro posto si manifesta una chiarezza indescrivibile (Norbu, 1993). L'idea che l'attività onirica possa addirittura cessare una volta raggiunto uno stato di consapevolezza assoluta, è perfettamente in linea con ciò che viene affermato nel primo sutra degli aforismi di Patanjali "Yogas citta-vrtti-nirodhah", lo yoga è la soppressione delle modificazioni della mente.4
Per decadi, i ricercatori occidentali hanno respinto tali resoconti perché impossibili. Comunque, negli anni settanta, attraverso un varco nella storia della ricerca sul sogno, due ricercatori hanno fornito prove sperimentali del sogno lucido. Lavorando indipendentemente e piuttosto sconosciuti l'uno all'altro, Alan Worsley in Gran Bretagna e Stephen LaBerge in California, hanno imparato a sognare lucidamente (LaBerge, 1985). Mentre venivano monitorati elettrofisiologicamente in un laboratorio del sonno, segnalavano, attraverso i movimenti oculari, che stavano sognando consapevolmente. I loro elettroencefalogrammi mostravano il tracciato caratteristico del sonno REM (rapidi movimenti oculari), durante il quale usualmente si svolgono i sogni. Per la prima volta nella storia qualcuno aveva mandato un segnale dal mondo dei sogni mentre stava ancora sognando. Da allora la ricerca sul sogno non è stata più la stessa. E' interessante notare che per un pò di tempo LaBerge non riuscì a pubblicare i suoi resoconti perché gli incaricati delle riviste semplicemente rifiutavano di credere che il sogno lucido fosse possibile.
Da allora si è andata sviluppando una intensa attività di ricerca tesa ad identificare la natura di questo fenomeno e i fattori che lo differenziano dal sogno comunemente inteso. Queste ricerche mostrano come il sognatore, durante un sogno lucido, elicita a livello elettroencefalografico un tracciato REM, ed è in grado di segnalare all'esterno, attraverso i movimenti oculari, che sta sognando; egli è in grado di sognare e di comunicare con il ricercatore nel medesimo tempo (LaBerge, 1985). Sulla base di queste fondamentali ricerche, compiute in contesti sperimentali, molti altri aspetti sono stati esplorati: la frequenza e la durata dei sogni lucidi, i correlati psicofisiologici, le caratteristiche psicologiche di coloro che sognano lucidamente, i mezzi più affidabili per la loro induzione, il loro potenziale risanatore e di autoconoscenza (Hearne, 1983; Moss, 1989; Wolpin et al., 1992).

domenica 9 novembre 2008

il sogno lucido

Il "Sogno Lucido" è: l'arte del sognare sapendo che si sta sognando, cioè il sognatore o "onironauta" (viaggiatore del sogno) è cosciente, consapevole che sta sognando. Questo implica la possibilità di esplorare una nuova dimensione o realtà, di modificarne a piacere gli eventi in quanto causa e non effetto del propio sogno, come comunemente avviene.Per esperienza diretta, nel momento in cui si realizza questa nuova realtà, ci si sente in uno stato che potrei definire d'estasi. Se pensiamo che molti non sono "svegli" nenache di giorno, lascio immaginare cosa si possa provare in una simile condizione. Sei nel tuo letto, dormi, ma nello stesso momento sei ben sveglio e consapevole che ti trovi...? e qua "casca l'asino", dove? I luoghi o la scenografia, sono di certo frutto della mia immaginazione, ma percepisco con il tatto, tocco maniglie, apro delle porte, batto sui muri e ne sento la consistenza. Mi fermo ad osservare i particolari, interagisco con altri esseri, so che sono nel sogno e quindi posso decidere di spiccare il volo, e lo faccio!Negli anni ottanta il Dr. Stephen LaBerge fondò il Lucidity Institute a Stenford in California, per lo studio e la ricerca sul Sogno Lucido. Secondo LaBarge questa "disciplina" (io preferisco chiamarla Arte) è un argomento che implica diversi interessi, dalla psicologia, alla spiritualità, all'arte stessa, se applicata con metodo e controllo può, secondo LaBerge, essere d'aiuto in diversi ambiti: rafforzamento dell'autostima, sviluppo della creatività, capacità di affronare paure ed inibizioni e cosa più importante e provata da chi scrive: il raggiungimento di un senso di liberazione ed armonia.cumprendiu?

domenica 19 ottobre 2008

L'insatallazione estranea dei VOLADORES - LA MENTE




Sono stati proprio i voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, abitudini, consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Carlos: «Ma come ci riescono, don Juan? Ci sussurrano queste cose all’orecchio mentre dormiamo?»Don Juan: «Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal punto di vista dello stratega.Orrenda nell’ottica di chi la subisce.
Ci hanno dato la loro mente!

los voladores


Los voladores, oscure presenze parassite «Perché desideriamo che qualcuno ci guidi quando possiamo fare da soli?»«Gli sciamani dell'antico Messico scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita, un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita.»Don Juan MatusRispetto a quanto riferito fino ad ora della concezione tolteca, le considerazioni che seguono possono apparire ancora più sconcertanti e possono generare una varietà di reazioni nel lettore: di difesa come il rifiuto o di consapevolezza profonda come angoscia, senso di schifo, paranoia.Rivolgo per questo al lettore lo stesso invito che il Nagual Carlos fece alla conferenza di Santa Monica, in California, nel 1993 - la sua prima apparizione pubblica dopo decenni di totale anonimato:«Il mio nome è Carlos Castaneda. Vorrei pregarvi di una cosa. Vi prego di sospendere per oggi il giudizio. Vi prego di aprirvi -anche solo per un’ora- alla possibilità che sto per presentarvi.Per trent'anni sono stato irreperibile.
pigau de su jassu: castaneda.it