Le Piramidi di Xian in Cina
Sabrina StoppaNel 1945, alla fine della Secondo Guerra Mondiale, il pilota James Gaussman, mentre si dirigeva verso la base di Assam in India avvistò quella che oggi viene definita la “Piramide Bianca” e la fotografò. Oggi è considerata la più grande piramide al mondo.
Nel suo rapporto, Gaussman descriveva la piramide come fosse un oggetto avente la superficie di un metallo di colore molto chiaro, con la punta simile a gioielli (probabilmente cristallo), e sottolineò che, intorno ad essa non c’era assolutamente nulla. La foto di Gaussman e il suo rapporto, rimasero seppelliti per 40 anni negli archivi militari dell’epoca fino a quando, Bruce Cathie, ufologo Neozelandese nel 1983, la pubblicò nel suo libro “The Bridge to Infinity” cercando di dimostrare come, secondo il suo punto di vista, la terra fosse una colonia di conquistatori venuti dallo spazio.
Anche Brian Crowley pubblicò 40 anni dopo, la foto scattata da Gaussman nel suo libro “The face on Mars” (La faccia di Marte).
Ma la vera storia delle piramidi cinesi ha però inizio nel 1947 quando il Colonnello Maurice Sheehan, le fotografò mentre con un DC3 sorvolava la Cina e nel marzo dello stesso anno la sua descrizione fu pubblicata sul New York Times (28 marzo 1947). Ma il governo Cinese smentì categoricamente la scoperta di Sheehan.
Poco tempo dopo apparve sulla rivista Scienze News-Letter (diventato poi Scienze News), un articolo che parlava proprio delle piramidi di quella zona della Cina, definendole come dei tumuli fatti di argilla e di fango (The Scienze News-Letter, Vol. 51, N° 15 – 12 Aprile 1947 pag. 232 e 233).
Ma Pechino ha sempre smentito l’esistenza di piramidi sul suo territorio.
Oggi sappiamo però che quelle piramidi e in particolare la piramide bianca, in quella zona esistono veramente.
Nel 1994, l’esploratore tedesco Harwing Hausdorf, riuscì ad ottenere i permessi per visitare alcune zone proibite tra la città di Xian e il suo aereoporto e scalando una di queste piramidi ne vide almeno un’altra ventina tra cui quelle già viste da Meyer Schroder e Oscar Maman (Nel 1912, furono i primi due ad imbattersi nelle piramidi della zona mentre la attraversavano. Erano due commercianti d’armi).Scattò alcune fotografie che, una volta sviluppate, mostrarono inequivocabilmente la presenza di numerose piramidi nella zona, piramidi che sembravano anche trovarsi alla stessa latitudine di quelle di Giza in Egitto.
In particolare tre di esse sembrano perfettamente allineate, come quelle egiziane, con la stella di Orione.
Hausdorf sostenne che, nella zona intorno a Xian si trovavano almeno 100 di piramidi, per la maggior parte ricoperte di alberi, che sembrerebbe fossero stati piantati già all’epoca della loro costruzione per fare in modo che rimanessero celate.
La maggior parte delle piramidi in Cina sembra concentrarsi nel raggio di km. 100 dalla città di Xian nelle pianure di Qin Chuan, nella provincia dello Shanxi nella Cina Centrale.
Oltretutto, in questa zona è situato un centro spaziale Cinese, il Taiyuan Satellite Launch Center (TSLC) e quindi non è completamente aperta al pubblico.
Oggi comunque, la maggior parte di queste piramidi sono visitabili e la conferma ci arriva da Chris Maier, uno dei massimi esperti di piramidi cinesi che ci sottolinea come il turismo nella zona, sia decollato grazie anche alla scoperta nel 1974 dell’Armata di terracotta, 8000 soldati di terracotta a grandezza naturale a guardia della piramide di Qin Shi Huang, il primo imperatore della Cina detto anche imperatore Giallo.
Sempre secondo Hausdorf, alcuni racconti antichi, narrano che, all’epoca delle piramidi, in quella zona vi avevano regnato imperatori che non erano del nostro pianeta, scesi dal cielo su draghi metallici volanti; inoltre, all’interno di alcune di queste piramidi sono state ritrovate ossa di teschi enormi e corpicini piccoli che nulla hanno a che fare con l’aspetto umano. Tali resti erano circondati da dischi metallici scritti con strani geroglifici che tradotti, avrebbero rivelato appunto che un UFO cadde in quella zona circa 12.000 anni fa.
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