mercoledì 25 febbraio 2009

L' induzione attraverso la tecnica e l'impegno continua....

L' induzione attraverso la tecnica e l'impegno

Secondo la tradizione tibetana dello Yoga del Sogno, è possibile, attraverso l'esercizio di tecniche appropriate e la disciplina, arrivare ad un punto in cui la nostra presenza consapevole permane costante, durante la veglia e durante il sonno. E' possibile quindi sviluppare un atteggiamento vigile, distaccato, e soprattutto consapevole anche in sogno.

A) Diversi autori affermano che la pratica della meditazione può facilitare l'emergenza del sognare lucidamente. Tra questi, Sparrow (1976) afferma che meditare nelle prime ore del mattino sovente porta a sognare con lucidità durante il sonno immediatamente successivo alla meditazione, a condizione però che non si mediti con il fine di esperire sogni lucidi. Altri autori hanno suggerito che la meditazione favorisce il sogno lucido (Glicksohn, 1989; Hearne, 1983; Norbu, 1993; Walsh e Vaughan, 1992). Michael Katz, nell'introduzione al libro Lo Yoga del Sogno, riferendosi ad un sogno lucido che aveva lasciato in lui una profonda impressione afferma: L'intera esperienza era stata affascinante. La considero ancora una delle esperienze più significative della mia vita. Il Lama che sovrintendeva al ritiro la paragonò all'aver passato un esame di guida. Da quella volta ho avuto parecchie esperienze di lucidità durante il sogno. Non posso dire che mi capitino ogni notte, ma avvengono con regolarità. La loro frequenza aumenta nei periodi in cui pratico intensamente la meditazione, ad esempio durante i ritiri. Inoltre ho constatato che se di notte mi sveglio e pratico la meditazione, quando mi riaddormento faccio frequentemente sogni lucidi (Norbu, p. 12). Sembra fondata dunque l'ipotesi che la pratica della meditazione favorisca il sognare lucidamente, ma ci sembra opportuno precisare che in questo caso, il sogno lucido costituisce un epifenomeno dovuto alla trasformazione della coscienza prodotta dalla pratica costante della meditazione. Lo scopo del meditante non è quello di sognare lucidamente ma di evolvere sul sentiero spirituale. Le tecniche meditative si basano sulla possibilità di invertire il processo dell'attenzione dall'esterno (direzione verso la quale l'attenzione è costantemente rivolta), all'interno di noi stessi, sviluppando la capacità di eludere i sensi, di contemplare il vuoto mentale e infine di permettere alla consapevolezza di osservare se stessa. E' evidente a questo punto che l'aumento della possibilità di diventare lucidi in sogno è strettamente connesso con la crescita del livello generale della consapevolezza che risulta inevitabilmente dalla pratica costante di una tecnica. In questo senso, ci sembra che la meditazione si possa definire come la via regia per il raggiungimento della veglia perenne. Per riassumere il punto di vista dello Yoga tibetano sulla relazione tra il sogno lucido e l'illuminazione vengono a proposito le parole di Namkahai Norbu per il quale quando inizia il bardo dell'esistenza riprende il funzionamento o l'attività della mente, insieme al cosiddetto "corpo mentale". Ciò equivale al sorgere dello stato del sogno. Nella pratica, dobbiamo avere la consapevolezza o la padronanza dello stato della luce naturale. Quando si è coscienti della presenza di questo stato di luce naturale, nel momento in cui inizia lo stato del sogno si diventa spontaneamente lucidi e consapevoli di sognare durante il sogno stesso, e automaticamente si ottiene il controllo sui propri sogni. Ciò significa che il sogno non condiziona più il sognatore, ma al contrario è l'individuo a governare il sogno. Per questa ragione la pratica del sogno è secondaria, mentre non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante la pratica della Luce Naturale (ivi, p. 44).

B) Un'altra tecnica in grado di sviluppare la capacità di sognare lucidamente, come abbiamo già accennato sopra, è la MILD (Induzione Mnemonica del Sogno Lucido). Essa è descritta da LaBerge nel suo libro Lucid Dreaming, ed è basata su niente di più complesso o esoterico della nostra capacità di ricordare che vi sono azioni che desideriamo compiere nel futuro. Oltre a scrivere dei promemoria, noi riusciamo a farlo formando una connessione mentale fra ciò che vogliamo fare e le circostanze future in cui vogliamo farlo. Questa connessione è molto facilitata dall'accorgimento mnemonico di visualizzarci nell'atto di fare quello che intendiamo ricordare. E' anche utile verbalizzare l'intenzione: "Quando accadrà questo e questo, voglio ricordarmi di fare questo e questo." Per esempio: "Quando passerò davanti alla banca, voglio ricordarmi di ritirare del denaro." La frase che io uso per organizzare lo sforzo che mi sono proposto è: "La prossima volta che sognerò voglio ricordarmi di accorgermi che sto sognando." Il "quando" e il "che cosa" dell'azione progettata devono essere chiaramente specificati. Io esprimo questa intenzione o immediatamente dopo essermi svegliato da un periodo REM, o dopo un periodo di piena coscienza come verrà specificato. Un punto importante è che, per ottenere l'effetto desiderato, è necessario fare qualcosa di più che recitare distrattamente la frase. Bisogna davvero voler fare un sogno lucido. Ecco il procedimento consigliato passo per passo:

1) Alle prime ore del mattino, quando vi svegliate spontaneamente da un sogno, ripensatelo varie volte, finché lo avete memorizzato.

2) Poi, mentre siete a letto e tornate a dormire, ditevi: "La prossima volta che sognerò voglio ricordarmi di accorgermi che sto sognando."

3) Visualizzatevi nuovamente nel sogno che avete appena fatto e che ricordate; ma questa volta vedetevi nell'atto di essere consapevoli di sognare.

4) Ripetete i numeri 2 e 3 finché sentite che vi siete fissati bene in mente la vostra intenzione o finché vi addormentate. Se tutto va bene, in breve tempo vi troverete lucido in un altro sogno. Il complesso mentale implicito in questo procedimento è molto simile a quello che adottiamo quando decidiamo di svegliarci a una certa ora e andiamo a letto dopo aver messo a punto la nostra sveglia mentale. La capacità di svegliarci nei nostri sogni può essere considerata come una sorta di perfezionamento della capacità di svegliarci dai nostri sogni. Il motivo per cui questi esperimenti vanno fatti nel primo mattino è che i sognatori lucidi, da van Eeden alla Garfield, hanno riferito che tali sogni avvengono quasi esclusivamente durante le prime ore del mattino. La nostra ricerca allo Stanford indica che il sogno lucido avviene durante i periodi REM, e, poiché il sonno REM si verifica nell'ultima parte della notte, sembra essere questo il momento più favorevole per il sogno lucido. Sebbene alcuni sognatori abbiano indotto con successo sogni lucidi usando la MILD durante il primo periodo REM, la tecnica sembra essere più efficace se praticata nel primo mattino dopo essersi svegliati da un sogno (1985, pp. 137-139). Interessante quanto macchinosa la tecnica escogitata da LaBerge, basata su una forte motivazione, una buona memoria e soprattutto la pratica della visualizzazione che consiste nello sviluppo della tecnica immaginativa di visualizzarsi nella situazione. E' probabile che la tecnica se praticata regolarmente e con impegno possa dare dei buoni risultati. Il sogno lucido così raggiunto non sarebbe però il risultato di un più ampio sviluppo della personalità e della coscienza; tuttavia, anche se questa esperienza fosse soltanto il risultato occasionale di una tecnica, potrebbe comunque favorire l'acquisizione di una maggiore integrazione psicologica.

4.3. Induzione del sogno lucido attraverso stimolazioni esterne

Un'altra tecnica di induzione del sogno lucido è basata sull'idea di fornire un segnale esterno per ricordare al sognatore che sta sognando. Sono stati effettuati numerosi tentativi per mettere in pratica questa idea, con vari esiti. La maggior parte degli studi ha utilizzato segnali acustici, mentre in altri sono stati usati stimoli tattili. La maggior parte dei dati a disposizione riguarda gli studi che hanno adottato un approccio diretto: suggerimento verbale del tipo "questo è un sogno", rivolto a soggetti preparati, durante il sonno REM, usato per indurre la lucidità. Uno studio compiuto da LaBerge (1985) ha prodotto risultati promettenti, suggerendo l'attuabilità di questa tecnica. Incoraggiati da tale studio, LaBerge, Owens, Nagel e Dement (in LaBerge, 1986) hanno registrato quattro soggetti (due sognatori lucidi esperti e due inesperti) da una a due notti ciascuno. Un nastro registrato ripeteva la frase "questo è un sogno" ad un volume che aumentava progressivamente cinque o dieci minuti dopo l'inizio di ciascun periodo REM. I soggetti avevano ricevuto l'istruzione di segnalare con un paio di movimenti oculari intenzionali, sia a destra che a sinistra, ogni qualvolta avessero udito il nastro oppure avessero realizzato di sognare. I tecnici spegnevano il nastro immediatamente appena osservavano i segnali dei movimenti oculari sul poligrafo. LaBerge et al. (1986) hanno rilevato che lo stimolo del nastro applicato quindici volte ha prodotto la lucidità nel 33% dei casi, anche se tutti questi sogni lucidi non sono durati più di qualche secondo. In una variazione, in cui lo stimolo che doveva ricordare ai sognatori che stavano sognando, era di tipo tattile, Hearne (1983) ha verificato l'efficacia di scosse elettriche al polso. Tra quindici soggetti di sesso femminile che hanno passato una notte ciascuno nel laboratorio del sonno, sei hanno sperimentato un sogno lucido stimolato con questo metodo. Hearne non riferisce il numero totale di scosse applicate, rendendo così difficile effettuare una valutazione. Altri studi riportano la relativa inefficacia di questo metodo. Dei processi di induzione che abbiamo appena descritto, quest'ultimo ci sembra senz'altro il più grossolano, in quanto meccanico, poco spontaneo, e soprattutto non abbinato allo sviluppo parallelo della consapevolezza.

domenica 25 gennaio 2009

TECNICHE DI INDUZIONE AL SOGNO LUCIDO

Per la maggior parte di noi i sogni lucidi sono rari ed al di là della nostra possibilità di induzione. Esiste qualche metodo per coltivare la nostra abilità di "svegliarci" volontariamente durante i sogni? Una varietà di tradizioni contemplative e di esploratori del sogno dicono di sì.
Saggi come Aurobindo, Ramakrishna, e Steiner, al pari di studiosi occidentali di meditazione, in situazione di ritiro, hanno descritto la loro capacità di mantenere continuamente la lucidità per buona parte della notte sia durante i sogni che nel sonno senza sogni. Anche praticanti avanzati di Meditazione Trascendentale (TM) riferiscono questa esperienza e alcuni persino affermano di essere testimoni ininterrotti dei loro sogni (Walsh & Vaughan, 1992). Con ciò essi intendono che durante i sogni o anche nel sonno senza sogni, rimangono identificati con la coscienza e quindi semplicemente osservano le figure e i drammi nei loro sogni senza venirne perturbati. Inoltre, questo "testimoniare equanime" può venire protratto alla vita di veglia durante il giorno. In accordo con la tradizione Vedica della Meditazione Trascendentale, il primo stadio dell'illuminazione si considera raggiunto quando la testimonianza diventa ininterrotta e imperturbabile (Taimni, 1970). E' molto importante sottolineare che la possibilità di sognare lucidamente è legata al livello di consapevolezza presente nell'individuo. 5 Esamineremo tre tipi di processi che favoriscono l'insorgenza della lucidità in sogno: a) processi spontanei, ossia creati dalla storia personale e dalla costituzione peculiare del sognatore; b) processi di induzione favoriti da tecniche che richiedono una disciplina; c) processi che richiedono l'intervento "esterno". In quest'ultimo caso il sogno può essere prodotto in una situazione sperimentale in cui sono controllati i processi che favoriscono lo sviluppo della lucidità e i correlati psicofisiologici.

4.1. Processi spontanei

Tra i fattori interni al sognatore che possono determinare l'inizio di un episodio di lucidità durante un sogno il più comune è forse la percezione delle incongruenze. Come sottolinea LaBerge, Uno dei modi in cui ciò accade tipicamente riguarda la percezione delle incongruenze nel contenuto del sogno, avvertite come anomale, seguita dal riconoscimento critico che la spiegazione per l'evento bizzarro è che è solo un sogno (1986, p. 161). Come farebbe però il sognatore ad accorgersi delle incongruenze se egli fosse assorbito completamente dal sogno e vivesse il sogno come una realtà? Evidentemente egli può percepire le contraddizioni della scena di sogno perché lungo il continuum del grado di consapevolezza, la sua capacità critica è rilevante. Tra i fattori che possono innescare spontaneamente un sogno lucido troviamo i sogni ansiosi e gli incubi. Il panico, l'ansia e lo spavento possono dare luogo a reazioni di attivazione generale, una sorta di allarme che può (se non produce il risveglio completo del sognatore), indurre il fenomeno della lucidità. 6 In generale emozioni molto intense si associano all'emergere della lucidità. Un terzo modo di iniziare il sogno lucido è il riconoscimento dello scenario del sogno per la sua oniricità, ossia per la sua forte somiglianza con un ambiente di sogno. In accordo a quanto riferito da Gackenbach (1985), la ragione più spesso riportata dai soggetti come causa della lucidità, era un senso di "dreamlikeness", che possiamo tradurre con il termine "oniricità".

4.2. L' induzione attraverso la tecnica e l'impegno

Secondo la tradizione tibetana dello Yoga del Sogno, è possibile, attraverso l'esercizio di tecniche appropriate e la disciplina, arrivare ad un punto in cui la nostra presenza consapevole permane costante, durante la veglia e durante il sonno. E' possibile quindi sviluppare un atteggiamento vigile, distaccato, e soprattutto consapevole anche in sogno.

venerdì 9 gennaio 2009

3. LE IMPLICAZIONI DELLA LUCIDITA': IL VISSUTO

3.1 Il sogno lucido come evento psicofisiologico

Il sogno lucido è un'esperienza che sembra caratterizzarsi come esclusivamente mentale. Ma come può un vissuto soggettivo essere solo mentale o solo fisico? Cosa fa il corpo mentre il sognatore esperisce il suo sogno? Attraverso un approccio psicofisiologico possiamo collocare il fenomeno del sogno lucido nell'interfaccia tra il soma e la psiche, eliminando così ogni possibile idea di separazione e di autonomia tra le due aree. Infatti se - come suggerisce R. Venturini - punto di partenza della psicofisiologia è una situazione o modificazione psicologica, il vissuto, di cui la psicofisiologia clinica specificamente si occupa, è da identificare in quello che tradizionalmente viene denominato vissuto corporeo o che, forse più appropriatamente, potremmo chiamare vissuto psicofisiologico (1995, p. 21). La psicofisiologia, quindi, si viene a configurare come quella metodologia di studio che può aiutarci a scoprire l'esistenza di un sistema corpo-mente-corpo-mente....., caratterizzato da un continuo mutamento e aggiustamento dei due termini, entità non più contrapposte, ma unificate in quell'interfaccia (appunto il vissuto psicofisiologico) in cui si esprime la loro inscindibile e "riposata" unità (ivi, pp. 21-22). E' importante che l'approccio allo studio del sogno lucido venga effettuato in termini psicofisiologici, valorizzando l'osservazione del corpo e confidando che sarà possibile un giorno arrivare a stabilire con sufficiente precisione la possibilità per i sognatori lucidi di intervenire, dalla situazione di sogno, sul proprio corpo allo scopo di ottenere guarigioni o modificazioni.

3. 2 Il vissuto del corpo

Come abbiamo già visto dalla descrizione di F. Van Eeden, nel sogno cosciente si ha la consapevolezza di possedere due corpi: il corpo fisico, addormentato e il corpo del sogno, attivo: Nel sogno lucido, la sensazione di avere un corpo con occhi, mani, una bocca che parla e agisce, è perfettamente chiara; ciò nondimeno, nello stesso tempo, noi sappiamo che il corpo fisico sta dormendo in una postura affatto differente. Il sogno lucido dunque mostra lo sdoppiamento del soggetto che vive un'esperienza particolare, profondamente assorbito in essa e allo stesso tempo la vive come una sorta di gioco dal quale sa che potrà risvegliarsi.

3.3 Il tempo

Gli studi di LaBerge si sono occupati di verificare se i sogni avvengono in tempo reale oppure se essi avvengono nel breve lasso di un istante, come alcuni ricercatori erano propensi a credere, ma i risultati degli esperimenti ci portano a ritenere che sebbene i sogni, qualche volta, avvengano indubbiamente in questo modo, le prove suggeriscono che normalmente durano lo stesso tempo che durerebbero nella vita reale. In uno studio, Dement e Kleitman svegliarono cinque soggetti ogni cinque o quindici minuti dopo l'inizio dei loro periodi REM, e chiesero loro di dire quanto tempo era passato. Quattro su cinque soggetti riuscirono sempre ad indicare il tempo giusto. Lo stesso studio mostrò che i sogni riferiti dopo quindici minuti di sonno REM erano più lunghi di quelli avvenuti dopo cinque minuti. Queste relazioni sembrano contraddire la nozione di sogni istantanei. Tuttavia non provano che il tempo del sogno sia identico al "tempo reale", ma indicano solo che in genere i due tempi sono reciprocamente proporzionali (in LaBerge, 1985, p. 77).

3.4Lo spazio:

le qualità del mondo fisico Il mondo della vita di veglia ci appare composto di oggetti stabili e definiti, collocati in una dimensione spazio-temporale. Se l'esperienza del tempo durante un sogno lucido è assimilabile a quella della veglia, così non si può dire per l'esperienza dello spazio. Molti sognatori lucidi riferiscono che la modalità di spostamento che prevale nei loro sogni è il volo: nei sogni lucidi generalmente non si cammina, si può volare ad alte velocità, oppure strisciare sul terreno. I paesaggi vengono creati dal sognatore, che può realizzare i propri desideri e nello stesso tempo essere consapevole del proprio atto creativo. Riportiamo un sogno lucido di uno di noi, che illustra bene il vissuto dello spazio. Solitamente dopo l'osservazione ravvicinata delle figure mi trovo in uno scenario in cui non vedo il mio corpo, non posso osservarmi mentre compio delle azioni nell'ambiente di sogno, ma ho la consapevolezza di volare, compio delle ricognizioni sull'ambiente di sogno osservando da vicino gli oggetti che lo compongono; è come se fossi diventato solo occhi e consapevolezza. Oggi però il sogno si è svolto in maniera diversa, anziché volare, mi sono trovato in uno scenario che mi vedeva fermo e immobile, anche se pur sempre consapevole di sognare. Invece di essere io a volare era il paesaggio che scorreva davanti a me come una pellicola, cambiando continuamente.

lunedì 22 dicembre 2008

Sul sogno lucido II

In anni recenti, Frederik van Eeden lasciò dettagliate descrizioni dei suoi sogni lucidi.2
Nel Buddhismo tibetano c'è un tipo di letteratura chiamata milamgyi terdzod, letteralmente "tesori dei sogni". Secondo la tradizione tibetana dello Dzogchen, la chiave del lavoro sul sogno è lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nello stato onirico. In questa cultura, il sogno lucido non è come per i Senoi3 lo strumento diretto per la trasformazione, ma è un epifenomeno dello sviluppo della consapevolezza. Questi versi buddhisti danno una idea di ciò:

Quando albeggia lo stato del sogno,
Non giacere nell'ignoranza come un cadavere.
Entra nella sfera naturale della stabile presenza.
Riconosci i sogni e trasforma l'illusione in luminosità.
Non dormire come un animale.
Pratica in modo da unificare il sonno e la realtà

Lo yoga tibetano del sogno persegue la chiarezza mentale e non l'esperienza in se stessa. Grandi maestri hanno affermato che nel momento in cui la consapevolezza diviene assoluta i sogni cessano del tutto, e che al loro posto si manifesta una chiarezza indescrivibile (Norbu, 1993). L'idea che l'attività onirica possa addirittura cessare una volta raggiunto uno stato di consapevolezza assoluta, è perfettamente in linea con ciò che viene affermato nel primo sutra degli aforismi di Patanjali "Yogas citta-vrtti-nirodhah", lo yoga è la soppressione delle modificazioni della mente.4
Per decadi, i ricercatori occidentali hanno respinto tali resoconti perché impossibili. Comunque, negli anni settanta, attraverso un varco nella storia della ricerca sul sogno, due ricercatori hanno fornito prove sperimentali del sogno lucido. Lavorando indipendentemente e piuttosto sconosciuti l'uno all'altro, Alan Worsley in Gran Bretagna e Stephen LaBerge in California, hanno imparato a sognare lucidamente (LaBerge, 1985). Mentre venivano monitorati elettrofisiologicamente in un laboratorio del sonno, segnalavano, attraverso i movimenti oculari, che stavano sognando consapevolmente. I loro elettroencefalogrammi mostravano il tracciato caratteristico del sonno REM (rapidi movimenti oculari), durante il quale usualmente si svolgono i sogni. Per la prima volta nella storia qualcuno aveva mandato un segnale dal mondo dei sogni mentre stava ancora sognando. Da allora la ricerca sul sogno non è stata più la stessa. E' interessante notare che per un pò di tempo LaBerge non riuscì a pubblicare i suoi resoconti perché gli incaricati delle riviste semplicemente rifiutavano di credere che il sogno lucido fosse possibile.
Da allora si è andata sviluppando una intensa attività di ricerca tesa ad identificare la natura di questo fenomeno e i fattori che lo differenziano dal sogno comunemente inteso. Queste ricerche mostrano come il sognatore, durante un sogno lucido, elicita a livello elettroencefalografico un tracciato REM, ed è in grado di segnalare all'esterno, attraverso i movimenti oculari, che sta sognando; egli è in grado di sognare e di comunicare con il ricercatore nel medesimo tempo (LaBerge, 1985). Sulla base di queste fondamentali ricerche, compiute in contesti sperimentali, molti altri aspetti sono stati esplorati: la frequenza e la durata dei sogni lucidi, i correlati psicofisiologici, le caratteristiche psicologiche di coloro che sognano lucidamente, i mezzi più affidabili per la loro induzione, il loro potenziale risanatore e di autoconoscenza (Hearne, 1983; Moss, 1989; Wolpin et al., 1992).

domenica 9 novembre 2008

il sogno lucido

Il "Sogno Lucido" è: l'arte del sognare sapendo che si sta sognando, cioè il sognatore o "onironauta" (viaggiatore del sogno) è cosciente, consapevole che sta sognando. Questo implica la possibilità di esplorare una nuova dimensione o realtà, di modificarne a piacere gli eventi in quanto causa e non effetto del propio sogno, come comunemente avviene.Per esperienza diretta, nel momento in cui si realizza questa nuova realtà, ci si sente in uno stato che potrei definire d'estasi. Se pensiamo che molti non sono "svegli" nenache di giorno, lascio immaginare cosa si possa provare in una simile condizione. Sei nel tuo letto, dormi, ma nello stesso momento sei ben sveglio e consapevole che ti trovi...? e qua "casca l'asino", dove? I luoghi o la scenografia, sono di certo frutto della mia immaginazione, ma percepisco con il tatto, tocco maniglie, apro delle porte, batto sui muri e ne sento la consistenza. Mi fermo ad osservare i particolari, interagisco con altri esseri, so che sono nel sogno e quindi posso decidere di spiccare il volo, e lo faccio!Negli anni ottanta il Dr. Stephen LaBerge fondò il Lucidity Institute a Stenford in California, per lo studio e la ricerca sul Sogno Lucido. Secondo LaBarge questa "disciplina" (io preferisco chiamarla Arte) è un argomento che implica diversi interessi, dalla psicologia, alla spiritualità, all'arte stessa, se applicata con metodo e controllo può, secondo LaBerge, essere d'aiuto in diversi ambiti: rafforzamento dell'autostima, sviluppo della creatività, capacità di affronare paure ed inibizioni e cosa più importante e provata da chi scrive: il raggiungimento di un senso di liberazione ed armonia.cumprendiu?

domenica 19 ottobre 2008

L'insatallazione estranea dei VOLADORES - LA MENTE




Sono stati proprio i voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, abitudini, consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Carlos: «Ma come ci riescono, don Juan? Ci sussurrano queste cose all’orecchio mentre dormiamo?»Don Juan: «Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal punto di vista dello stratega.Orrenda nell’ottica di chi la subisce.
Ci hanno dato la loro mente!

los voladores


Los voladores, oscure presenze parassite «Perché desideriamo che qualcuno ci guidi quando possiamo fare da soli?»«Gli sciamani dell'antico Messico scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita, un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita.»Don Juan MatusRispetto a quanto riferito fino ad ora della concezione tolteca, le considerazioni che seguono possono apparire ancora più sconcertanti e possono generare una varietà di reazioni nel lettore: di difesa come il rifiuto o di consapevolezza profonda come angoscia, senso di schifo, paranoia.Rivolgo per questo al lettore lo stesso invito che il Nagual Carlos fece alla conferenza di Santa Monica, in California, nel 1993 - la sua prima apparizione pubblica dopo decenni di totale anonimato:«Il mio nome è Carlos Castaneda. Vorrei pregarvi di una cosa. Vi prego di sospendere per oggi il giudizio. Vi prego di aprirvi -anche solo per un’ora- alla possibilità che sto per presentarvi.Per trent'anni sono stato irreperibile.
pigau de su jassu: castaneda.it